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16/02/2024 Press  | Notizie

Legna e pellet inquinano più dei combustibili fossili

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Le caldaie domestiche a biomasse producono molti più inquinanti rispetto a quelle a gasolio o metano. Numerosi dati, anche in Italia, sottolineano il ruolo di legna e pellet nell'inquinamento atmosferico.

Il lato oscuro della biomassa legnosa

Ne avevamo già parlato in maniera approfondita qui, ma qualora ce ne fosse bisogno è arrivata una conferma dagli USA. Gli impianti per la produzione di energia elettrica e riscaldamento alimentati da biomassa legnosa - cippato, legna e pellet - sono più inquinanti di quelli che utilizzano combustibili fossili tradizionali.

Una ricerca condotta da scienziati dell'Institute for the Environment dell'Università del North Carolina e pubblicata sulla rivista scientifica Renewable Energy fornisce un dato allarmante al riguardo: la quantità di elementi inquinanti emessi è superiore di quasi tre volte rispetto a petrolio e carbone. Lo studio, dunque, mette in discussione il ruolo sostenibile di questo tipo di produzione energetica, che supera il livello di inquinamento atmosferico provocato dai combustibili fossili.

Negli Stati Uniti, questo tipo di impianti genera energia complessiva pari all'1,3% del fabbisogno nazionale, contribuendo a una forbice di emissioni totali compresa tra il 3 ed il 17%; ma secondo le stime dei ricercatori, sarebbero 2,3 milioni gli americani che vivono in un raggio di 2 km dagli impianti di biomassa, particolarmente esposti agli impatti nocivi per la salute generate dalle emissioni. Si tratta per lo più della fascia più povera della popolazione, con per di più difficoltà di accesso alle cure ospedaliere.

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Lombardia particolarmente colpita

Del resto, anche la Regione Lombardia, la più colpita dall'inquinamento atmosferico, lo sottolinea: il riscaldamento domestico a legna e a pellet è responsabile di quasi la metà delle emissioni totali regionali di polveri sottili primarie (PM10 e PM2.5), per una buona parte attribuibile agli apparecchi più vecchi, quali caminetti aperti e stufe tradizionali poco efficienti e molto inquinanti. Come se non bastasse, le statistiche dei Vigili del Fuoco evidenziano - a livello nazionale - come ogni anno si verifichino circa 10.000 incendi di tetti derivanti da canne fumarie non correttamente installate o manutenute. Dati che aiutano a comprendere quanto sia problematica questa tipologia di fonti energetiche. 

Proprio in conseguenza dell'allarme legato all'inquinamento atmosferico, in Lombardia sono scattate le misure anti smog, tra cui il limite di 19 gradi per il riscaldamento, forti limitazioni alla circolazione dei mezzi di trasporto più obsoleti, e il divieto di utilizzare stufe a legna fino a tre stelle. Scelte che dovrebbero, seppur in minima parte, combattere quello che è una vera emergenza di salute pubblica: si stima infatti che in Italia siano 80'000 le morti premature attribuibili all'inquinamento atmosferico.

Regione Lombardia inquinamento atmosferico
L'inquinamento atmosferico nella Pianura Padana

Saper scegliere i combustibili giusti

Tornando alla ricerca statunitense, nonostante l'energia prodotta da biomassa legnosa sia stata a volte descritta come un combustibile ponte nella transizione verso fonti energetiche sostenibili, la combustione di cippato, legna e pellet "emette sia sostanze pericolose per la salute, come il particolato fine, sia quelle che influenzano il riscaldamento globale, compresi sia i gas serra che il nerofumo". Evidentemente, l'impatto negativo degli impianti a biomassa è stato finora sottovalutato.

Ecco perché è sempre più importante scegliere i combustibili che favoriscono davvero la transizione energetica.